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Storia del mobile

Gli uomini arredano le loro case non solo per fini pratici. Fin dai tempi più antichi vollero dare agli interni in cui vivevano un carattere e un tono che dimostrassero sia la loro posizione sociale sia il loro modo di gustare la vita. E infatti le stanze abitate e arredate da una persona rivelano spesso molto di più sul suo carattere delle vesti che indossa.

 

Come si giunga a una tale osmosi può essere talora un fatto misterioso, mai puramente casuale. Mi spiego subito: la scelta di un tipo di mobilia implica sempre un dato di pensare o di sentire. Nell’ atto di acquistare una sedia , uno può mettere più o meno partecipazione cosciente, ma la sua distrazione non sarà mai totale al punto da escludere della scelta una ragione che vorrei dire congenita , o se si preferisce maturata a lungo, anche se inconsciamente attraverso la educazione ricevuta.

 

Ogni donna a il marito che si merita, diceva Oscar Wild ogni individuo, aggiungiamo noi, ha la mobilia’ che si merita. Certo il fattore economico fa senz’ altro sentire il suo peso, ma, con amore e pazienza, si superano le montagne…. E si conquista una commode; attenti, però, alla scelta, la montagna, volta varcata, resta quella che era, ma la commode può’ segnare una vita.

 

Ci preme, in una parola, dimostrare che l’arredamento costituisce un fattore essenziale della vita civile e che la casa e tutto quello che la decora e fa la piacevole ha da sempre costituito il fulcro dell’ attività creativa dell’uomo . Quadri, sculture, tavoli, e tendaggi, ognuno nella propria misura, sono altrettanti aspetti dell’estro umano. L’ arredamento dicevamo sopra, esiste da sempre, da quando i primi uomini sistemarono grosse pietre come tavoli e piccole pietre come sedili nelle loro caverne. Ma noi non daremo qui molto peso a queste attività pre artistiche, anzi, non gliene daremo nessuno.

 

In Egitto, in Grecia, in Roma, mobili ed arredi assurgono invece ad un livello di alta dignità gli esemplari che ci rimangono sono però così rari che, per farci un’ idea degli ambienti di cui amavano circondarsi quegli antichi popoli, dobbiamo piuttosto ricorrere alle superstiti testimonianze pittoriche o scultoree. Persino gli arredi bizantini e medievali, a noi molto più vicini nel tempo, ci sfuggirebbero, o quasi, se non disponessimo di rappresentazioni estrinseche alla mobilia stessa, la quale, pertanto, sentiamo tanto lontana da noi quanto il famoso trono di Tutankhamon, debitamente sterilizzato dentro la sua vetrina al Museo del Cairo.

 

I primi esempi di mobili Italiani, quelli cioè che si differenziano per caratteristiche precise dal resto della produzione europea, datano dal trecento, e sono quasi tano rari quanto i mobili Egizi. Semplici, di una ingenua rozzezza e assai scomodi a quanto ci è dato arguire, questi arredi trecenteschi assumono , tutt’altro, ad un livello di grande eleganza nella Firenze del quattrocento . In mezzo alla grande fioritura del primo Rinascimento, sboccia una produzione artigianale di un livello così’ alto che confina quasi con le arti maggiori. Caratteristica essenziale della mobilia di quest’ epoca ,oltre alla bella razionalità delle proporzioni e alla esecuzione spesso accurata, è l’impiego preponderante dell’intarsio e l’uso della pastiglia dorata e della policromia per la decorazione.

 

Con artisti quali i fratelli Canozzi da Lendinara o Benedetto da Maiano, la tarsia giunge ad una perfezione inaudita: niente di sorprendente, perciò , che molti cartoni siano stati forniti da grandi quali Piero della Francesca E, forse, Sandro Botticelli . La pastiglia dorata ha grande importanza soprattutto nella decorazione dei cassoni o dei cofanetti; si preparava con cartapesta e gesso , coperti poi dalle foglia d’oro o , in altri tipi, con pasta di riso. In certi casi, poi , vere e proprie pitture aggiungevano ai mobili un effetto cromatico, ben adatto ad attutire la severità quasi spartana di molti interni rinascimentali. Ma tutti questi mobili sono sempre di grande rarità, anche nelle versioni più modeste che divulgano i modelli di palazzo delle famiglie patrizie. Il mobile quattrocentesco è presso che introvabile e bisogna andare in qualche museo o nelle sagrestie delle chiese per poterlo ammirare o studiare.

 

E’ questa la principale ragione che ci ha fatto preferire il secolo XVI come punto di partenza per la nostra trattazione . Del resto anche per quel che tocca il Cinquecento, ci limiteremo ad una visione rapida della mobilia dell’epoca nei suoi tipi principali , senza indugiare a lungo sugli aspetti diversi che essa può presentare da regione a regione ed elencarlo soltanto quelli a nostro avviso essenziali. La mobilia di questo secolo, lo si vedrà è caratterizzata da una ricerca di grandiosità e magnificenza, che ben si accorda col classicismo del Rinascimento maturo. Di quest’ epoca ci restano molteplici esemplari , ma quasi sempre di dimensioni colossali; esistono , è vero anche oggetti di misure minori, ma molto più rari e l’ amatore dovrà diffidare delle molte contraffazioni in commercio. Nella decorazione dei mobili, l’ intarsio quattrocentesco viene abbandonato, o quasi, e trionfa assoluto l’ intaglio.

 

Dopo due secoli nei quali i mobilieri si sono ispirati, per lo più, all’ architettura, col Seicento si ha insospettato mutamento della situazione. Adesso è la scultura a tenere il campo, e i mobili più tipici diventano spesso enormi macchine plastiche, giungendo al parossismo a Roma, dove si fa sentire sovrana la grande personalità del Bernini, come a Genova quella del Parodi e a Venezia quella del Brustolon. Il Settecento segna l’ inizio dell’ arredamento come oggi lo si intende. E’ solo in quella epoca che la casa viene divisa razionalmente in stanze destinate ognuna ad un uso preciso: fino ad allora si erano avute piuttosto grandiose infilate di saloni, le cui caratteristiche non erano certo né la comodità né l’intimità.

 

Quello che le dimore perdono ora di grandiosa pompa lo guadagnano in una eleganza più cocquette e infinitamente più gradevole. I mobili si fanno, ormai, a misura umana e cercano di risultare sempre comodi e utili. Esistono, è vero, nei grandi palazzi, stanze e saloni da parta, ma persino le famiglie reali preferiscono la calma gioiosa e piacevole dei piccoli appartamenti che si fanno costruire nelle regge. La Francia detta ora la moda a tutta l’Europa e garantisce la sua totale preponderanza , almeno nella prima metà del secolo, con i severi regolamenti che impongono agli stipettai un alto livello qualitativo. Passata la metà del secolo, nuove correnti sembrano orientare gli arredi: in sostituzione della rocaille, di pretto gusto francese, che aveva fino ad allora fatto la parte del leone , si diffonde sempre più l’interesse per le forme ispirate all’ antichità che, nate dalle dotte divagazioni gli uomini geniali come G.B Piranesi o Robert Adam davanti alle rovine romane, impongono, quasi contemporaneamente , la loro ineccepibile eleganza in Francia , in Inghilterra e in Italia.

 

Nasce così che si suoi definire stile neoclassico, che troverà poi il suo naturale sbocco nell’arte francese dello Impero napoleonico. E con l’ Impero questa ricerca classicistica, intinta a volte di un incantevole gusto neo-egizio che già era comparso in qualche modello ancien règime del Jacob, assurge ad un rigore quasi parossistico, conseguendo effetti di una sobria eleganza, un tantino voluta, ma non mai disgiunta da una grande dignità seguiremo, poi, l’evolversi della mobilia in Europa, e anche in America, per quel che resta dell’Ottocento, senza dimenticare le forme sinuose e profumate dello stile floreale, e riservandoci di dare una rapida scorsa alla più recente produzione del nostro secolo.

 

Data la grande vastità della materia, abbiamo preferito, come dicevamo sopra , limarla a quattro secoli e mezzo, quelli, in definitiva, che rivestono un maggiore interesse per il conoscitore o l’amatore che voglia essere anche collezionista. Gli esempi che sceglieremo via via per illustrare le nostre brevi spiegazioni saranno sempre della qualità più alta essendoci parso opportuno far conoscere soprattutto quei mobili in cui la qualità artigianale diviene arte di pieno diritto. Questo non perche risulti sempre facile reperire opere simili, ma perché anche gli oggetti di più modesta qualità si ispirano a quelli più alti , fenomeno che si verifica in tutti le arti. Abbiamo dato in questa trattazione un peso maggiore alla Francia e all’Italia, desiderando per quest’ultima far conoscere anche i diversi tipi di mobilia regionale particolarmente fra la fine del secolo XVII e i primi del XIX.

 

Ma non si creda , per questo, che mancheremo di rivolgere la nostra attenzione ai mobili di altri Paesi, a quelli inglesi, ad esempio molto importanti nel Settecento. Ci e grato, infine, rivolgere qui un particolare ringraziamento a tutti quei collezionisti e privati che ci hanno permesso di riprodurre opere in loro possesso , assecondo il nostro desiderio di non illustrare soltanto i mobili dei maggiori musei.